Al via un progetto nazionale di prevenzione cardiovascolare che coinvolge 17 IRCCS della Rete Cardiologica. Un’iniziativa innovativa che potrebbe rivoluzionare l’approccio alla prevenzione primaria di una delle principali cause di morbilità e mortalità nel nostro paese e nel mondo
Le malattie cardiovascolari rappresentano la prima causa di morte in Italia (30,8%) e in Europa (32%), seguite da quelle oncologiche (22%); eppure il 54% degli italiani ritiene di non essere a rischio. Solo un italiano su due dichiara di fare “qualcosa” per la prevenzione cardiovascolare (e solo 1 su 10 ritiene di fare “molto”), concentrandosi in particolare sull’alimentazione (50%), sul movimento e sull’attività fisica (39%). Il 18% effettua controlli ed esami periodici mentre solo l’11% dichiara d’impegnarsi a ridurre il fumo. Gli ostacoli che rallentano le azioni preventive sono molteplici: modifica dello stile di vita (39%), scarsa consapevolezza del rischio (33%), mancanza di informazioni su cosa fare per la prevenzione (27%) e scarsa comunicazione/supporto da parte del medico (21%).
Data la necessità urgente di prevenire le malattie cardiovascolari, il Parlamento ha approvato un emendamento alla legge di Bilancio 2023 finanziando l’iniziativa “AL CUORE DELLA PREVENZIONE – Approcci integrati per una prevenzione cardiovascolare di precisione personalizzata: lo studio CVRISK-IT”. Lo studio quadriennale, fortemente innovativo, è finanziato con 20 milioni di euro. I dettagli sono stati illustrati lo scorso 13 giugno alla Camera dei deputati in una conferenza stampa promossa dalla Rete Cardiologica IRCCS alla quale aderiscono 20 Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico.
L’obiettivo principale del progetto è valutare l’efficacia di una modifica al paradigma valutativo di prevenzione sin qui adottato. Gli attuali modelli algoritmici di previsione si basano infatti su fattori individuali quali età, sesso, abitudine al fumo, pressione arteriosa e livelli di colesterolo. Sfugge però a questi indicatori predittivi una zona grigia in cui il pericolo di malattia cardiovascolare, pur presente, non è ancora elevato; le linee guida cliniche raccomandano di considerare ulteriori elementi di stima detti modificatori del rischio sebbene l’effettivo beneficio del loro “ingresso” nella pratica valutativa non sia ancora confortato da informazioni definitive. Il progetto della Rete Cardiologica fornirà le risposte ai quesiti mancanti introducendo nel trial tre modificatori di rischio: la componente ereditaria (valutata mediante i cosiddetti polygenic risk score), la presenza e la quantità di calcio coronarico (identificata tramite angio-TC senza mezzo di contrasto) e l'analisi dell'arteria carotidea (mediante ecografia doppler) per rilevare eventuali segni di danno d'organo subclinico. Conoscere meglio questi ulteriori fattori modificanti dovrebbe consentire, secondo i ricercatori di CVRISK-IT, di intervenire con maggiore personalizzazione, determinare una migliore aderenza alle prescrizioni, modificare lo stile di vita e attivare trattamenti specifici.
La prima fase dello studio coinvolgerà l’intero campione di 30.000 persone, di età compresa tra i 40 e gli 80 anni, sottoposte a valutazioni a 12 mesi in base ai più avanzati modelli di predizione del rischio cardiovascolare, utilizzando i modelli SCORE2/SCORE2-OP secondo le Linee Guida della Società Europea di Cardiologia (ESC, European Society of Cardiology).
Nella seconda fase, 12.000 soggetti a rischio basso o moderato saranno randomizzati per ricevere informazioni specifiche e consulenze personalizzate su come condurre uno stile di vita sano, basate sul profilo di rischio cardiovascolare stimato.
I risultati a breve termine saranno dunque misurati sulla base della variazione del rischio, mentre i secondari includono variazioni nei fattori di rischio, prescrizione e aderenza ai farmaci per la prevenzione cardiovascolare e l’incidenza di malattie cardiovascolari a lungo termine.
Ciò consentirà di condurre un’analisi dettagliata sugli effetti di informazioni e consulenze mediche supplementari sulla modifica del comportamento e sull’aderenza al trattamento di prevenzione, offrendo così una visione completa degli impatti a breve e lungo termine.
Parallelamente agli obiettivi principali, il progetto mira a sviluppare un modello innovativo di interazione con i partecipanti, attraverso una piattaforma sicura e trasparente, rispettando rigorosamente le normative nazionali vigenti in materia di privacy e le leggi europee. Inoltre, si punta ad arricchire il database e la biobanca diffusa della Rete Cardiologica (BBD Cardio) per future indagini sulla salute e sulle malattie croniche in Italia.
Il progetto implementerà anche una strategia di comunicazione e divulgazione, rivolta a molteplici target: l’universo dei soggetti potenzialmente arruolabili e reclutati, i medici esterni e gli operatori sanitari, nonché gli attori dell’ecosistema cardiovascolare, le istituzioni e l’opinione pubblica.
I risultati di CVRISK-IT promettono di influenzare significativamente le pratiche di screening cardiovascolare in Italia, contribuendo allo sviluppo di strategie più efficienti per la prevenzione e la gestione delle malattie cardiovascolari e fornendo una base per futuri sviluppi di ricerca.
“Un progetto ambizioso, che prevede una innovativa forma di consenso informato, con un numero di partecipanti molto alto e una diffusione nazionale completa. La Rete Cardiologica sarà attore e principale interprete dello studio, con l’adesione attiva di 17 IRCCS - Ci aspettiamo che CVRISK-IT riesca a migliorare in modo sostanziale la prevenzione cardiovascolare e contribuisca a rendere la popolazione ancora più consapevole dell’importanza di proteggere attivamente la propria salute” - ha dichiarato Lorenzo Menicanti, Presidente Rete Cardiologica IRCCS.
Ultimo aggiornamento: 10 Luglio 2024
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