Cancro: 7 italiani su 10 seguono almeno uno stile di vita...

Fondazione AIOM lancia un progetto di sensibilizzazione...

Cancro: 7 italiani su 10 seguono almeno uno stile di vita scorretto

Fondazione AIOM lancia un progetto di sensibilizzazione nazionale per ridurre l’impatto delle neoplasie: evitabili fino al 40% dei casi e il 50% dei decessi

Cancro: 7 italiani su 10 seguono almeno uno stile di vita scorrettoIl 73% degli adulti italiani segue almeno uno stile di vita scorretto e pericoloso per la salute: il 19% è un fumatore abituale, il 33% è sedentario e il 15% consuma alcol in modo eccessivo. Comportamenti molto pericolosi perché possono anche aumentare il rischio d’insorgenza del cancro. Per promuovere abitudini salutari tra la popolazione di ogni fascia d’età, Fondazione AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) lancia la nuova campagna nazionale “Tumori, scegli la prevenzione”, realizzata con il contributo non condizionante di Daiichi Sankyo Italia.

Il progetto prevede attività rivolte all’intera popolazione, soprattutto femminile, tra cui un booklet informativo, webinar per i cittadini, podcast e attività social, e mostrare come l’innovazione in oncologia possa aprire nuove prospettive di cronicizzazione e anche guarigione in molte forme di cancro.

“In Italia assistiamo, negli ultimi anni, ad un costante miglioramento dei tassi di sopravvivenza in molte neoplasie – sottolinea Saverio Cinieri, Presidente Fondazione AIOM – . È anche in aumento il numero di vite salvate grazie all’incremento delle diagnosi precoci e alle nuove terapie. Sono dati incoraggianti, però ogni anno dobbiamo registrare oltre 180.000 decessi causati dalle neoplasie. Il cancro continua ad impattare fortemente sulla nostra società e sul Servizio Sanitario Nazionale. Vi è poi l’inevitabile aumento del numero di nuovi casi dovuto all’invecchiamento generale della popolazione. L’età, infatti, rappresenta un fattore di rischio oncologico importante sul quale non possiamo intervenire. Come recita il claim della campagna ‘Evitare un tumore, attraverso stili di vita sani, è possibile’, vanno ribadite le principali regole della prevenzione come smettere di fumare, seguire la dieta mediterranea, praticare regolarmente esercizio fisico, combattere il consumo eccessivo di alcol. Sono infatti attribuibili a fumo, sovrappeso o alcol fino al 40% dei casi di cancro e il 50% dei decessi”.

“Nel nostro Paese le persone che vivono con una diagnosi di tumore sono oltre 3 milioni e mezzo – sostiene Paolo Marchetti, Presidente della Fondazione per la Medicina Personalizzata -. Sono persone che stanno affrontando terapie importanti e con potenziali effetti collaterali rilevanti. Oppure hanno terminato i trattamenti attivi e devono svolgere esami regolari di follow-up per monitorare l’eventuale evoluzione della patologia. Anche i malati oncologici possono trarre benefici significativi mantenendo uno stile di vita sano, durante e dopo le cure. Questo contribuisce a prevenire la ricomparsa della neoplasia, favorisce una risposta positiva alle terapie e migliora la qualità della vita post-trattamenti. Anche le regole e l’importanza della prevenzione terziaria devono perciò essere divulgate alla popolazione”.

In Italia, nel 2023, sono stati stimati 395.000 nuovi casi di tumore, che hanno colpito 208.000 uomini e 187.000 donne. In soli 3 anni l’incremento ammonta a oltre 18.000 casi.

“Il carcinoma più diffuso in assoluto è quello alla mammella, con 834.000 persone che vivono dopo la diagnosi della malattia – afferma Antonella Campana, Patient Advocate di Fondazione IncontraDonna -. La sua insorgenza può essere influenzata anche da fattori di rischio modificabili, in primo luogo il sovrappeso e l’obesità. Anche la sindrome metabolica gioca un ruolo nefasto e si tratta di un’altra condizione strettamente collegata a stili di vita errati. Come Fondazione IncontraDonna, anche attraverso Fondazione AIOM, siamo impegnati per promuovere una cultura concreta della prevenzione attiva”.

“Sul versante delle terapie – aggiunge Cinieriil tumore del seno è una neoplasia in cui l’innovazione ha portato grandi benefici. In particolare, negli ultimi anni, sono state introdotte rilevanti novità terapeutiche che hanno consentito la cura, con successo, anche delle forme più gravi. È questo il caso degli anticorpi coniugati, che hanno aperto significative prospettive in tumori mammari finora non trattabili. Contro il carcinoma mammario, in particolare, serve un approccio trasversale. Da un lato la prevenzione primaria, dall’altro la diagnosi precoce e, quindi, l’adesione ai programmi di screening. Ancora troppo bassa nel nostro Paese: con questa campagna intendiamo convincere sempre più donne a sottoporsi alla mammografia soprattutto nelle Regioni del Sud”.

“La media nazionale di adesione allo screening mammografico organizzato nel nostro Paese è inferiore al 50% – dichiara Rosanna D’Antona, Presidente di Europa Donna Italia – con punte inaccettabili, come l’8.6% della Calabria, il 22.7% della Sardegna o il 27.3% della Sicilia. Bisogna agire con urgenza: sia verso le donne, per sensibilizzarle ad aderire ai programmi di screening, sia verso le istituzioni, affinché ne facilitino l’accesso. Da un’indagine condotta da IQVIA nel 2023 è emerso che l’8% delle donne non conosce lo screening mammografico organizzato, il 20% non viene convocata e, tra le donne convocate, rimane comunque una quota che non aderisce (circa il 13%) principalmente perché ha scarsa fiducia nel Servizio Sanitario Nazionale. E allora puntiamo a migliorare la modalità di chiamata, a rendere omogeneo l’accesso tra i 45 e 74 anni in tutte le Regioni e a verificare il livello di familiarità fin dal primo accesso allo screening”.

Cancro: 7 italiani su 10 seguono almeno uno stile di vita scorrettoIl 73% degli adulti italiani segue almeno uno stile di vita scorretto e pericoloso per la salute: il 19% è un fumatore abituale, il 33% è sedentario e il 15% consuma alcol in modo eccessivo. Comportamenti molto pericolosi perché possono anche aumentare il rischio d’insorgenza del cancro. Per promuovere abitudini salutari tra la popolazione di ogni fascia d’età, Fondazione AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) lancia la nuova campagna nazionale “Tumori, scegli la prevenzione”, realizzata con il contributo non condizionante di Daiichi Sankyo Italia.

Il progetto prevede attività rivolte all’intera popolazione, soprattutto femminile, tra cui un booklet informativo, webinar per i cittadini, podcast e attività social, e mostrare come l’innovazione in oncologia possa aprire nuove prospettive di cronicizzazione e anche guarigione in molte forme di cancro.

“In Italia assistiamo, negli ultimi anni, ad un costante miglioramento dei tassi di sopravvivenza in molte neoplasie – sottolinea Saverio Cinieri, Presidente Fondazione AIOM – . È anche in aumento il numero di vite salvate grazie all’incremento delle diagnosi precoci e alle nuove terapie. Sono dati incoraggianti, però ogni anno dobbiamo registrare oltre 180.000 decessi causati dalle neoplasie. Il cancro continua ad impattare fortemente sulla nostra società e sul Servizio Sanitario Nazionale. Vi è poi l’inevitabile aumento del numero di nuovi casi dovuto all’invecchiamento generale della popolazione. L’età, infatti, rappresenta un fattore di rischio oncologico importante sul quale non possiamo intervenire. Come recita il claim della campagna ‘Evitare un tumore, attraverso stili di vita sani, è possibile’, vanno ribadite le principali regole della prevenzione come smettere di fumare, seguire la dieta mediterranea, praticare regolarmente esercizio fisico, combattere il consumo eccessivo di alcol. Sono infatti attribuibili a fumo, sovrappeso o alcol fino al 40% dei casi di cancro e il 50% dei decessi”.

“Nel nostro Paese le persone che vivono con una diagnosi di tumore sono oltre 3 milioni e mezzo – sostiene Paolo Marchetti, Presidente della Fondazione per la Medicina Personalizzata -. Sono persone che stanno affrontando terapie importanti e con potenziali effetti collaterali rilevanti. Oppure hanno terminato i trattamenti attivi e devono svolgere esami regolari di follow-up per monitorare l’eventuale evoluzione della patologia. Anche i malati oncologici possono trarre benefici significativi mantenendo uno stile di vita sano, durante e dopo le cure. Questo contribuisce a prevenire la ricomparsa della neoplasia, favorisce una risposta positiva alle terapie e migliora la qualità della vita post-trattamenti. Anche le regole e l’importanza della prevenzione terziaria devono perciò essere divulgate alla popolazione”.

In Italia, nel 2023, sono stati stimati 395.000 nuovi casi di tumore, che hanno colpito 208.000 uomini e 187.000 donne. In soli 3 anni l’incremento ammonta a oltre 18.000 casi.

“Il carcinoma più diffuso in assoluto è quello alla mammella, con 834.000 persone che vivono dopo la diagnosi della malattia – afferma Antonella Campana, Patient Advocate di Fondazione IncontraDonna -. La sua insorgenza può essere influenzata anche da fattori di rischio modificabili, in primo luogo il sovrappeso e l’obesità. Anche la sindrome metabolica gioca un ruolo nefasto e si tratta di un’altra condizione strettamente collegata a stili di vita errati. Come Fondazione IncontraDonna, anche attraverso Fondazione AIOM, siamo impegnati per promuovere una cultura concreta della prevenzione attiva”.

“Sul versante delle terapie – aggiunge Cinieriil tumore del seno è una neoplasia in cui l’innovazione ha portato grandi benefici. In particolare, negli ultimi anni, sono state introdotte rilevanti novità terapeutiche che hanno consentito la cura, con successo, anche delle forme più gravi. È questo il caso degli anticorpi coniugati, che hanno aperto significative prospettive in tumori mammari finora non trattabili. Contro il carcinoma mammario, in particolare, serve un approccio trasversale. Da un lato la prevenzione primaria, dall’altro la diagnosi precoce e, quindi, l’adesione ai programmi di screening. Ancora troppo bassa nel nostro Paese: con questa campagna intendiamo convincere sempre più donne a sottoporsi alla mammografia soprattutto nelle Regioni del Sud”.

“La media nazionale di adesione allo screening mammografico organizzato nel nostro Paese è inferiore al 50% – dichiara Rosanna D’Antona, Presidente di Europa Donna Italia – con punte inaccettabili, come l’8.6% della Calabria, il 22.7% della Sardegna o il 27.3% della Sicilia. Bisogna agire con urgenza: sia verso le donne, per sensibilizzarle ad aderire ai programmi di screening, sia verso le istituzioni, affinché ne facilitino l’accesso. Da un’indagine condotta da IQVIA nel 2023 è emerso che l’8% delle donne non conosce lo screening mammografico organizzato, il 20% non viene convocata e, tra le donne convocate, rimane comunque una quota che non aderisce (circa il 13%) principalmente perché ha scarsa fiducia nel Servizio Sanitario Nazionale. E allora puntiamo a migliorare la modalità di chiamata, a rendere omogeneo l’accesso tra i 45 e 74 anni in tutte le Regioni e a verificare il livello di familiarità fin dal primo accesso allo screening”.


Ultimo aggiornamento: 24 Luglio 2024

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