Esposizione in utero a bisfenoli e impatto negativo sulla salute...
Secondo i dati di una metanalisi di recente pubblicazione...
Esposizione in utero a bisfenoli e impatto negativo sulla salute respiratoria
Secondo i dati di una metanalisi di recente pubblicazione l'esposizione al BPA può associarsi a maggiori probabilità di sviluppare asma e wheezing tra le bambine in età scolare.
Da tempo inserito nella lista dei cosiddetti “distruttori o interferenti endocrini” per i suoi effetti negativi sul processo che regola la produzione di ormoni, il bisfenolo A (BPA) è stato recentemente classificato come una sostanza estremamente preoccupante (substance of very high concern) dalla European Chemicals Agency (ECHA). Nonostante ciò il BPA è ancora presente in molti prodotti: viene infatti impiegato per indurire le plastiche in policarbonato, trasparenti e resistenti al calore, usate per contenere gli alimenti, e si trova anche nelle resine usate per rivestire internamente le lattine di cibi in scatola e bevande. Il bisfenolo A ha la caratteristica di passare in piccole quantità dai recipienti che lo contengono agli alimenti.
Un lavoro (1) recentemente pubblicato su Environment International dimostra l’esistenza di un’associazione tra l’esposizione in utero al BPA e successivi problemi respiratori nelle bambine in età scolare.
Gli autori dello studio hanno raccolto i risultati delle analisi sui campioni di urine di oltre 3mila donne incinte di 6 Paesi europei (Spagna, Francia, Grecia, Norvegia, Olanda e Regno Unito) tra il 1999 e il 2010, confrontandoli, qualche anno più tardi, con i dati sulla salute respiratoria dei figli ottenuti attraverso questionari o test della funzionalità respiratoria mediante spirometria.
Le analisi delle urine hanno dimostrato che il BPA è molto diffuso: in oltre il 90% dei campioni se ne è trovata traccia. L'esposizione in utero al BPA era associata a probabilità più elevate di asma (OR = 1,13, IC 95% = 1,01, 1,27) e wheezing (OR = 1,14, IC 95% = 1,01, 1,30) (sesso di interazione p = 0,01) nelle figlie in età scolare, ma non nei maschi.
Secondo i ricercatori ad ogni raddoppio della concentrazione di BPA è collegato un aumento del 13% del rischio di sintomi respiratori nelle figlie.
“I nostri risultati sono coerenti con quelli di precedenti ricerche, che suggerivano che il bisfenolo A avesse un impatto negativo sulla salute respiratoria durante l'infanzia. Riteniamo che l'effetto dipenda dal fatto che i bisfenoli possono attraversare la barriera placentare ed interferire con il sistema respiratorio e immunitario del bambino durante lo sviluppo” afferma Alicia Abellán, prima autrice del lavoro.
Non sorprendono le differenze osservate tra figli maschi e femmine: come tutti gli interferenti endocrini, il BPA interagisce sul sistema ormonale e può avere effetti diversi a seconda del sesso della persona esposta, spiegano gli scienziati.
“Il nostro studio suggerisce che l'esposizione in utero al BPA può aumentare il rischio di asma e wheezing tra le bambine in età scolare, ma non mostra alcuna evidenza di un'associazione con la funzione polmonare in età scolare. L'identificazione dei determinanti precoci della salute respiratoria nell'infanzia è della massima importanza, dato il loro effetto a lungo termine sulla malattia per tutta la vita. Sono necessarie ulteriori ricerche sulla valutazione delle variabilità temporali dell'esposizione in relazione ai risultati sulla salute, al fine di migliorare l'attuale legislazione europea in materia di sostanze chimiche” concludono gli autori.
1. Abellan A, Mensink-Bout SM, Garcia-Esteban R, et al. In utero exposure to bisphenols and asthma, wheeze, and lung function in school-age children: a prospective meta-analysis of 8 European birth cohorts. Environ Int. 2022;162:107178.
Da tempo inserito nella lista dei cosiddetti “distruttori o interferenti endocrini” per i suoi effetti negativi sul processo che regola la produzione di ormoni, il bisfenolo A (BPA) è stato recentemente classificato come una sostanza estremamente preoccupante (substance of very high concern) dalla European Chemicals Agency (ECHA). Nonostante ciò il BPA è ancora presente in molti prodotti: viene infatti impiegato per indurire le plastiche in policarbonato, trasparenti e resistenti al calore, usate per contenere gli alimenti, e si trova anche nelle resine usate per rivestire internamente le lattine di cibi in scatola e bevande. Il bisfenolo A ha la caratteristica di passare in piccole quantità dai recipienti che lo contengono agli alimenti.
Un lavoro (1) recentemente pubblicato su Environment International dimostra l’esistenza di un’associazione tra l’esposizione in utero al BPA e successivi problemi respiratori nelle bambine in età scolare.
Gli autori dello studio hanno raccolto i risultati delle analisi sui campioni di urine di oltre 3mila donne incinte di 6 Paesi europei (Spagna, Francia, Grecia, Norvegia, Olanda e Regno Unito) tra il 1999 e il 2010, confrontandoli, qualche anno più tardi, con i dati sulla salute respiratoria dei figli ottenuti attraverso questionari o test della funzionalità respiratoria mediante spirometria.
Le analisi delle urine hanno dimostrato che il BPA è molto diffuso: in oltre il 90% dei campioni se ne è trovata traccia. L'esposizione in utero al BPA era associata a probabilità più elevate di asma (OR = 1,13, IC 95% = 1,01, 1,27) e wheezing (OR = 1,14, IC 95% = 1,01, 1,30) (sesso di interazione p = 0,01) nelle figlie in età scolare, ma non nei maschi.
Secondo i ricercatori ad ogni raddoppio della concentrazione di BPA è collegato un aumento del 13% del rischio di sintomi respiratori nelle figlie.
“I nostri risultati sono coerenti con quelli di precedenti ricerche, che suggerivano che il bisfenolo A avesse un impatto negativo sulla salute respiratoria durante l'infanzia. Riteniamo che l'effetto dipenda dal fatto che i bisfenoli possono attraversare la barriera placentare ed interferire con il sistema respiratorio e immunitario del bambino durante lo sviluppo” afferma Alicia Abellán, prima autrice del lavoro.
Non sorprendono le differenze osservate tra figli maschi e femmine: come tutti gli interferenti endocrini, il BPA interagisce sul sistema ormonale e può avere effetti diversi a seconda del sesso della persona esposta, spiegano gli scienziati.
“Il nostro studio suggerisce che l'esposizione in utero al BPA può aumentare il rischio di asma e wheezing tra le bambine in età scolare, ma non mostra alcuna evidenza di un'associazione con la funzione polmonare in età scolare. L'identificazione dei determinanti precoci della salute respiratoria nell'infanzia è della massima importanza, dato il loro effetto a lungo termine sulla malattia per tutta la vita. Sono necessarie ulteriori ricerche sulla valutazione delle variabilità temporali dell'esposizione in relazione ai risultati sulla salute, al fine di migliorare l'attuale legislazione europea in materia di sostanze chimiche” concludono gli autori.
1. Abellan A, Mensink-Bout SM, Garcia-Esteban R, et al. In utero exposure to bisphenols and asthma, wheeze, and lung function in school-age children: a prospective meta-analysis of 8 European birth cohorts. Environ Int. 2022;162:107178.
Ultimo aggiornamento: 23 Settembre 2022