L'Italia primo paese al mondo a pubblicare le prime linee guida nell'ambito delle fratture da fragilità: il documento, realizzato dall’Università di Milano Bicocca in collaborazione con un’alleanza multidisciplinare e multiprofessionale, ha visto il coinvolgimento di 18 associazioni pazienti.
Per offrire un chiaro punto di riferimento ai tanti operatori sanitari che operano in questo ambito, l’Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato – all’interno del suo Sistema Linee Guida Nazionali – il documento “Diagnosi, stratificazione del rischio e continuità assistenziale delle Fratture da Fragilità”, la prima linea guida nell'ambito delle fratture da fragilità del nostro Paese e una delle prime al mondo.
Le linee guida hanno visto la collaborazione e condivisione dei contenuti da parte di FIRMO - Fondazione Italiana Ricerca sulle Malattie dell’Osso, SIOMMMS - Società Italiana dell’Osteoporosi del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello scheletro, SIOT - Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia, SIE - Società Italiana di Endocrinologia, SIMFER - Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa, SIMG - Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie, SIR - Società Italiana di Reumatologia e FNOPI - Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche.
Le linee guida, alla cui stesura hanno contribuito anche 16 associazioni di pazienti, “sono uno strumento e uno standard per migliorare la qualità delle cure - sottolinea Giovanni Corrao, Professore Ordinario di Statistica medica presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca e coordinatore del documento - nel caso specifico per identificare i pazienti che subiscono una frattura a causa della fragilità ossea, per capire come assistere questi pazienti per costruire il percorso terapeutico multidisciplinare migliore”.
Il documento pubblicato dall’ISS è composto da un corpus importante di contenuti ottenuti attraverso una metodologia rigorosa che è passata dall’adozione (o adattamento) di linee guida preesistenti, alla revisione sistematica della letteratura, giungendo così all’identificazione dei quesiti, alla selezione degli outcome critici e importanti, a cui è seguita la raccolta delle evidenze. A questo è seguita la realizzazione dell’Evidence to Decision Framework giungendo così alla formulazione delle raccomandazioni cliniche secondo il metodo GRADE (Grading of Recommendations, Assessment, Development and Evaluation).
Le raccomandazioni finali contenute nel documento “pongono l'attenzione su sei quesiti clinici – precisa Corrao - e sono da considerare come un punto di partenza. Ora si tratta di implementarle e di monitorare come queste raccomandazioni siano in grado di migliorare la qualità delle cure e la qualità della vita delle persone”.
Ultimo aggiornamento: 23 Settembre 2022
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