Le misure per contenere e contrastare la diffusione dell’epidemia da SARS-CoV-2 hanno determinato importanti cambiamenti nella quotidianità delle persone con conseguenze sui comportamenti individuali. Uno studio indaga l’impatto del lockdown sul cambiamento degli stili di vita individuando le fasce di popolazione a maggior rischio e suggerendo interventi per promuovere la salute.
Le misure per contenere e contrastare la diffusione dell’epidemia da SARS-CoV-2, emanate nel marzo del 2020 dal Governo italiano, hanno determinato considerevoli cambiamenti nella quotidianità delle persone con importanti conseguenze sui comportamenti individuali. Ad oggi esistono solide evidenze scientifiche per ritenere che un buono stato di salute dipenda dall’adozione di stili di vita salutari. Un recente studio italiano ha indagato come le misure restrittive determinate dal lockdown abbiano avuto impatto sul cambiamento di alcuni stili di vita dei cittadini per individuare quali fasce di popolazione siano più a rischio di comportamenti sfavorevoli ed intervenire con azioni di promozione della salute mirate ed efficaci.
Il questionario online
Tra il 21 aprile e il 7 giugno 2020 è stato reso disponibile sul web un questionario elettronico per raccogliere informazioni su attività fisica, consumo di alcol, abitudine al fumo e abitudini alimentari durante il periodo di isolamento sociale legato alla pandemia. Gli intervistati sono stati reclutati attraverso un campionamento non probabilistico a valanga (snowball sampling). Il link al questionario elettronico è stato diffuso attraverso siti web istituzionali, social network (Facebook, Twitter) e sistemi di messaggistica quali WhatsApp, Telegram e SMS. In totale sono state raccolte 10.758 interviste, di cui 7.847 (73%) complete per un set minimo di indicatori (età, genere ed area di residenza).
La riduzione dell’attività fisica
I risultati mostrano che per più della metà del campione intervistato (56%) c’è stata una riduzione dell’attività fisica durante il lockdown, in particolare tra le persone più anziane, quelle più istruite e quelle che risiedono nelle grandi città. Verosimilmente, l’isolamento domestico, la chiusura dei centri sportivi e il minor accesso alle aree verdi nei grandi centri urbani hanno scoraggiato le persone a fare attività fisica.
Il consumo di alcol
Circa il 17% dei partecipanti allo studio ha aumentato il consumo di bevande alcoliche. Ciò è successo soprattutto tra gli uomini, tra le persone con un titolo di studio più alto, tra i residenti delle grandi città e nel Nord Italia. Le ragioni di questo aumento potrebbero essere trovate sia nella condizione di stress associato alla pandemia sia nell’abitudine a condividere momenti ludici online consumando bevande alcoliche, un fenomeno molto diffuso durante il periodo in studio.
Il fumo
Il 30% dei fumatori ha aumentato il consumo di tabacco, in media di 6 sigarette al giorno, e una piccola percentuale di ex-fumatori ha ripreso a fumare durante il lockdown. Anche in questo caso, lo stress dovuto all’isolamento ed alle difficoltà quotidiane aggravate dalla pandemia di COVID-19, potrebbe essere uno dei possibili motivi di tale cambiamento.
Le abitudini alimentari
Quasi un intervistato su 3 (30%) ha peggiorato il proprio regime alimentare, aumentando il consumo di cibi meno salutari (affettati, carni rosse e dolci) senza aumentare quello di cibi più salutari (verdure, legumi e cereali integrali). Ciò è successo soprattutto tra le donne. I cambiamenti in negativo dei comportamenti alimentari potrebbero essere attribuiti all’ansia e/o alla noia, due condizioni che influenzano strettamente le preferenze alimentari.
Di contro, per ciascuno dei fattori di rischio investigati, sono state rilevate anche piccole percentuali di rispondenti con atteggiamento resiliente, ovvero, capaci di sfruttare il periodo di isolamento sociale per migliorare le proprie abitudini quotidiane.
L’utilità dei risultati
Studiare i cambiamenti degli stili di vita nel corso di una pandemia, individuando le fasce di popolazione maggiormente a rischio di adottare comportamenti sfavorevoli, rappresenta per i decisori politici uno strumento utile a programmare interventi di sanità pubblica mirati ed efficaci.
L’impatto della pandemia sull’aumento delle malattie croniche rappresenta una questione cruciale che è necessario affrontare rapidamente. Un approccio fondato sulla prevenzione e sulla promozione della salute contribuisce al miglioramento della qualità della vita delle persone, posticipando l’insorgenza delle malattie croniche. L’impiego di risorse nella prevenzione non deve essere interpretato esclusivamente come una spesa, bensì come un investimento, che in alcuni casi si può tradurre in un costo, sanitario e sociale, evitato.
Ultimo aggiornamento: 23 Settembre 2022
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