Uno studio internazionale riporta nuove evidenze sulle conseguenze dell’infezione da SARS-CoV-2 nei bambini e nei ragazzi
Durata del Long Covid fino a tre anni, con conseguenze in ambito scolastico ed extrascolastico, protezione da parte dei vaccini, ma che dipende dal numero di dosi somministrate e dall’età, reinfezioni e complicanze autoimmuni. Ne parla uno studio internazionale coordinato dalla Pediatria di Fondazione Policlinico Gemelli e condotto in collaborazione con l’Ospedale pediatrico ‘V. Buzzi’ di Milano, il Dipartimento di Patofisiologia e Trapianti dell’Università di Milano, il King’s College di Londra e la Sechenov University di Mosca.
La ricerca ha compreso circa 1.300 pazienti di età tra 0 e 18 anni, seguiti presso l’Ambulatorio del Post-Covid pediatrico del Gemelli e ha valutato i casi di Long Covid pediatrico, comparsi dopo la prima infezione o dopo le reinfezioni e la loro durata, con l’obiettivo di valutare i fattori per predire il rischio di sviluppare Long Covid, il ruolo del vaccino nel prevenire il Long Covid e il rischio di reinfezioni o la comparsa di malattie autoimmuni.
“In questo lavoro abbiamo documentato l’andamento dell’infezione da SARS-CoV-2 in età pediatrica fino a 36 mesi dopo la prima infezione. Sul fronte Long Covid abbiamo confermato i dati dei nostri precedenti studi, aggiungendo però nuove informazioni”, racconta Danilo Buonsenso, corresponding author, docente di Pediatria all’Università Cattolica e dirigente medico dell’UOC di Pediatria della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS. “Da questa nuova ricerca infatti emerge che, sebbene la maggior parte dei pazienti guarisca dal COVID-19, alcuni continuano a presentare sintomi ascrivibili al Long Covid, fino a 3 anni di distanza dall’infezione iniziale. Questo conferma l’importanza delle potenziali conseguenze di questo virus nei bambini. Molti di quelli seguiti per tre anni, dopo l’infezione iniziale, non sono riusciti a riprendere la routine di tutti i giorni con conseguenze negative sulla capacità di frequentare regolarmente la scuola o di svolgere le classiche attività extra-scolastiche a causa dei sintomi debilitanti riportati”.
Rispetto al tema vaccino e sul ruolo rispetto al Long Covid, prosegue Danilo Buonsenso: “Nel nostro studio la vaccinazione si è dimostrata un fattore protettivo contro il Long Covid, anche se, come abbiamo evidenziato, questo effetto ‘scudo’ varia a seconda del numero di dosi ricevute o dall’età del paziente e questo aggiunge ulteriori informazioni e offre materia di riflessione, rispetto a quanto noto finora”.
La ricerca si è soffermata anche sulle reinfezioni da SARS-CoV-2, riportando che il rischio di una forma grave nei 24-36 mesi successivi alla prima infezione, è estremamente basso. Precisa però Danilo Buonsenso: “Va detto tuttavia che, anche se raro, è possibile sviluppare il Long Covid anche a seguito di una reinfezione. Inoltre, i bambini con Long Covid sono a maggior rischio di presentare infezioni sintomatiche”.
Infine, viene affrontato anche il tema delle malattie autoimmuni e viene riportato un rischio maggiore di sviluppo di queste patologie nei mesi successivi all’infezione acuta.
1. Camporesi A, Morello R, La Rocca A, Zampino G, Vezzulli F, Munblit D, Raffaelli F, Valentini P, Buonsenso D. Characteristics and predictors of Long Covid in children: a 3-year prospective cohort study. EClinicalMedicine. 2024 Sep 5;76:102815.
Ultimo aggiornamento: 22 Ottobre 2024
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