L’applicazione aiuta le pazienti a riconoscere i sintomi della malattia e risponde ai loro quesiti, ricorda come assumere in modo corretto i farmaci, gli appuntamenti e le visite mediche e permette alle utenti di condividere esperienze.
Si chiama Vik, sta nello smartphone ed è una chatbot, un Patient Support Program costruito con algoritmi in grado di elaborare il linguaggio e di comprendere le richieste da parte delle pazienti che stanno affrontando un carcinoma ovarico.
Vik è informato sui trattamenti e le classificazioni delle terapie. Ne conosce i foglietti illustrativi e ha un dialogo aperto con i siti governativi in caso di variazioni. Tiene conto degli appuntamenti della paziente e l'avvisa per tempo, lo stesso fa per l'assunzione della terapia.
In Italia a istruire Vik è stato il professor Carmine De Angelis, oncologo dell'Università Federico II di Napoli. “Il progetto nasce con l’obiettivo di far fronte a tre principali bisogni comuni alle pazienti: la mancanza di informazioni veloci e affidabili di natura medica, la ricerca di un sostegno globale durante il percorso diagnostico e terapeutico ed il senso di solitudine ed isolamento avvertito dalle donne in questa fase della loro vita. L’applicazione diventa un assistente virtuale che accompagna le pazienti rispondendo ai loro quesiti, condividendo informazioni di interesse ed interagendo in maniera proattiva. Vik non si sostituisce al medico, ma rappresenta un importante alleato alla sua attività. I contenuti sono il risultato di un ampio lavoro di revisione della letteratura scientifica ad oggi disponibili relativa alla diagnosi e cura del tumore ovarico”.
Anche l'associazione pazienti Acto Alleanza Contro il Tumore Ovarico Onlus ha collaborato al progetto. "Con Vik - evidenzia la presidente Nicoletta Cerana - continua il processo di digitalizzazione dei servizi di Acto, nella convinzione che la tecnologia può essere di aiuto senza peraltro sostituirsi mai ad una consulenza specialistica o alla visita del medico”.
Negli ultimi anni il tumore dell’ovaio ha visto un progresso importante nelle cure, soprattutto con la disponibilità dei PARP-inibitori. “Il tumore ovarico – conferma la dottoressa Vanda Salutari, UOC Ginecologia Oncologica, Fondazione Policlinico Agostino Gemelli IRCCS, Roma - è l’ottava neoplasia più comune nelle donne nel mondo. In Italia si calcola siano 5.200 ogni anno le nuove diagnosi. È definito il silent killer perché non esiste uno screening e i sintomi sono spesso aspecifici, per cui la diagnosi avviene quando ormai la malattia è in fase avanzata. I farmaci della classe dei PARP-inibitori hanno rivoluzionato negli ultimi anni il trattamento del carcinoma dell’ovaio e di conseguenza le prospettive e la qualità di vita delle pazienti. Sono farmaci orali che vengono somministrati come terapia di mantenimento sia dopo la prima linea di chemioterapia che nelle linee successive, per questo la qualità di vita e la corretta istruzione delle pazienti è fondamentale per la compliance al trattamento, soprattutto nei primi due mesi di terapia. In tale contesto il supporto di una chatbot come VIK diventa fondamentale. Permette alla paziente di avere a disposizione un valido supporto che la accompagna nella gestione degli effetti collaterali e delle paure legate alla malattia e al nuovo percorso di cura”.
Vik Tumore Ovarico è disponibile gratuitamente su App Store e su Google Play.
Ultimo aggiornamento: 23 Settembre 2022
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